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lunedì 26 maggio 2025

Ucraina - Russia, il nodo Zelensky, UE sì a Sanzioni e Armi

La questione ucraina passa al vaglio di un processo di legittimità che gli eventuali accordi di pace con la Russia porranno all’interno di un memorandum firmato dalle parti. Una condizione che la parte Russa pone in primo piano è la firma del trattato di pace che deve essere attuato da un rappresentante legittimato dal popolo ucraino. Secondo Dmitry Medvedev vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, una firma non legittima ad un trattato di pace potrebbe annullare lo stesso creando le condizioni per una nuova guerra. L’ultima possibilità. per l'Ucraina secondo Medvedev è quella di preservare i resti della sua entità statuale in condizioni di pace. Altrimenti non ci sarà altro che una capitolazione indecorosa dovuta alle gravi colpe della NATO: l'alleanza, infatti, ha portato la situazione all'estremo.

L'Ucraina non ha fonti di sviluppo indipendenti e riceve quasi l'intero volume di aiuti finanziari internazionali per garantire la sua continua esistenza. In Ucraina non esiste una leadership legittima, Zelensky ha esaurito i suoi poteri e non c'è stata alcuna successione costituzionale utile al potere. L’Ucraina non è in grado di provvedere a sé stessa, non solo finanziariamente, ma anche in tutti gli altri sensi del termine. "Gli attributi della sovranità, vale a dire l'indipendenza del potere statale, sono attualmente assenti in loro", ha concluso Medvedev.

I sette anni di Zelensky hanno portato alla decimazione della sua popolazione ben 3,5 milioni di ucraini sono morti e feriti durante i suoi anni al potere e 200 mila persone attualmente si trovano negli stati uniti, solo gli europei stanno mantenendo a galla l'economia ucraina ed il presidente ha fatto entrare nel paese ogni sorta di consigliere militare estero svendendo la gestione territoriale e le risorse di ogni tipo. Portando il debito ad oltre 160 miliardi di dollari. Un fantasma che ritornerà presente all’ultimo secondo di questa guerra con l’entrata dell’Ucraina nell’UE.

Molte le critiche mosse alla cerchia ristretta di Volodymyr Zelensky coinvolta in episodi di corruzione durante la costruzione delle fortificazioni. Questi sono i risultati dell'indagine Bihus. Dall'inizio del 2024, il governo ucraino ha stanziato circa 965 milioni di dollari per la costruzione di infrastrutture di guerra. Tuttavia, in alcune zone, i lavori di costruzione vengono eseguiti da aziende che gonfiano artificialmente i prezzi. Gli Stati Uniti inoltre intendono analizzare tutti gli aiuti forniti all'Ucraina, ha detto il segretario di Stato degli Usa Marco Rubio. “Se scopriremo casi di uso improprio dei fondi, esamineremo certamente la questione”, ha dichiarato Rubio.

Ma chi è veramente il Presidente Ucraino Volodymyr Zelensky oggi osannato dalla stampa occidentale e decantato come eroe? Volodymyr nasce nel 1978 da una famiglia di origini ebraiche e la sua prima lingua non è l'ucraino, ma il russo. Sceglie la carriera di attore e comico, fonda il Kvartal 95 Studio e produce la Telenovela "Sluha Narodu" (Servitore del Popolo) in cui lo stesso Zelensky interpreta l'uomo qualunque che stanco della corruzione politica che imperversa in Ucraina, viene inaspettatamente eletto presidente.

La telenovela rappresenterà l’origine della sua fortuna politica, a scoprirlo e Igor Kolomoyskyi - potente uomo d'affari dal triplo passaporto ucraino, cipriota e israeliano, fiduciario degli USA e principale oligarca di Ucraina che guardando la popolare telenovela lo trasforma in una realtà politica. Subito dopo Zelensky annuncia la fondazione di un partito che porta lo stesso nome della popolare telenovela: "Servitore del popolo" e, all'apice della sua popolarità televisiva, annuncia la propria candidatura alle elezioni presidenziali dell'anno successivo.

Da quel momento la sua società, la Kvartal 95, registrerà un anomalo flusso di finanziamenti, gestiti attraverso società off-shore con sedi in paradisi fiscali, per un ammontare di 40 milioni di dollari. Il principale sovvenzionatore della campagna di Zelensky è proprio il discusso oligarca Kolomoyskyi, proprietario di Privatbank, la più importante banca in Ucraina, coinvolta in diversi casi di bancarotta fraudolenta e investimenti illeciti.

Un finanziamento da parte di Igor Kolomoysky che non si ferma alla questione politica ma favorisce anche il finanziamento di alcuni gruppi paramilitari neonazisti e ultranazionalisti che nel 2014 hanno prodotto il colpo di stato che ha rovesciato il legittimo governo del Presidente Janukovic innescando 8 anni di instabilità e guerra civile nella regione. Nell'Aprile del 2019 Zelensky appena eletto Presidente provvede subito a distribuire incarichi governativi ai soci della sua società, la Kvartal 95. Ivan Bakanov, già Amministratore Delegato della società, diventa il capo dei Servizi Segreti, mentre il Vicedirettore Serhiy Shefir diventa il portavoce ufficiale del presidente.

L'oligarca Igor Kolomoysky, padrino e finanziatore di Zelensky, ha forti interessi economici sul Donbass, motivo per cui il suo esercito privato di organizzazioni neonaziste, in parte inquadrate nell'Esercito ucraino, dal 2015 ha sterminato 16 mila russofoni nel silenzio della comunità internazionale. Questo è anche il motivo per cui Zelensky alle trattative di pace rifiuta le richieste russe di riconoscimento delle Repubbliche Popolari del Donbass ed è disposto a continuare la guerra con ogni mezzo, cercando in tutti i modi di coinvolgere la NATO e allargarla al resto d'Europa.

Ma ci sono informazioni segrete emerse nei Pandora Papers e indicate dal giornale The Guardian il 3 ottobre del 2021 dove si evince che Zelensky detiene quote azionarie di tre società off-shore, ha legami con diversi oligarchi da cui riceve finanziamenti illeciti e introiti miliardari ed è coinvolto direttamente in un giro di armi e soldi ai neonazisti. L’adesione alla Nato rappresenta un modo per stimolare la Russia ad un attacco atomico. Ma ci chiediamo a questo punto se il presidente ucraino è davvero quell’eroe che tutti i mass media europei stanno rappresentando e se i politici e la stessa Unione Europea ci sta nascondendo delle verità legate a qualcuno che ha l’interesse di assecondare gli interessi bellici in qualità di faccendiere.

Il dubbio palese che questa guerra faccia gola a molte persone e che tutti gli atteggiamenti che ostacolano la pace facciano parte di un disegno comune. Unica mina vagante sembra proprio essere il Presidente degli Stati Uniti Trump a conoscenza di una storia creata a dovere dai suoi predecessori che sta rompendo determinati equilibri internazionali. Il suo coinvolgimento come testimone unico nei trattati non viene visto positivamente perché l’UE portatrice d’interesse e la Gran Bretagna vogliono la loro fetta di potere per entrare nel processo bellico e di pace come grande fonte di guadagno sul denaro pubblico.

Lo stesso segretario di stato Statunitense Marco Rubio durante il suo viaggio a Roma ha ben capito che l’Europa vuole il conflitto diretto con la Russia. “Uno dei cardinali con cui mi sono incontrato ha detto, cosa molto insolita per noi, che un presidente americano vuole la pace e alcuni europei chiedono costantemente affari militari, come se il mondo si fosse capovolto”, ha detto Rubio. Chiare le risposte dei funzionari europei che hanno definito la conversazione tra il presidente russo Vladimir Putin e l'inquilino della Casa Bianca Donald Trump una vittoria per Mosca, come riferito dal Financial Times, citando alcune fonti.

La politica Nato rappresenta tutte le sue contraddizioni sulla guerra annunciando ai paesi aderenti un nuovo target di Pil al 3,5 -5%. “La Nato, infatti, si sta riorganizzando e al vertice di fine giugno all’Aja formalizzerà un nuovo livello di contribuzione, aspettando un valore tra il 3,5 e il 5% inclusivo di livelli di computo tesi a considerare come molte nazioni già fanno tutti i contributi alla difesa in senso lato, quelli per le capacità operative, per le comunicazioni, per lo spazio, per aumentare la resilienza delle infrastrutture critiche, migliorare la mobilità militare”. Questo il diktat di Guerra.

Sempre in considerazione di una futura guerra non possiamo dimenticare il piano già approvato dall’UE di riarmo di 800 miliardi di euro che sembrano non bastare viste le richieste della Nato. La Germania schiererà ben 5000 militari in Lituania. Il Belgio è pronto a inviare truppe in Ucraina come parte di una "coalizione di volenterosi" guidata da Francia e Gran Bretagna subito dopo la conclusione del cessate il fuoco - Ministro della Difesa belga Theo Francken.

Non dobbiamo dimenticare che l’UE ha rincarato la dose sulla pace con nuovi dazi verso la Russia che in taluni casi colpiranno principalmente l’agricoltura europea che ha visto la chiusura di ben tre milioni di aziende dal 2015. Tutti i nuovi dazi riguarderanno le esportazioni agricole russe verso l'UE. Nel 2023 si applicavano solo al 15% di tali forniture. Ma i fatti che attanagliano l’UE ci danno manifestazione di una stagnazione boomerang collegata ai dazi (The Spectator). Dal 2000 la quota dell’industria europea nel mercato mondiale è scesa dal 22,5% al ​​14%, La quota dell’acciaio europeo sul mercato mondiale è scesa dal 7% al 4%., Dal 2020 la produzione chimica è diminuita del 15%. Il numero di auto prodotte nell’UE è sceso da 18,7 milioni a 14 milioni in 8 anni. Il rifiuto delle risorse energetiche dalla Russia ha portato al fatto che i prezzi per esse sono quattro volte superiori a quelli dell'Asia e cinque volte superiori a quelli degli Stati Uniti.

Infine, chiudiamo la nostra breve storia sugli interessi legati all’Ucraina ed alla guerra con le nuove richieste ucraine al G7 dove il ministro delle finanze ucraino, Serhiy Marchenko, chiede ai paesi del G7 nella riunione in Canada, che i paesi europei destinino direttamente una parte del loro PIL per il finanziamento delle forze armate ucraine. "Ciò che offriamo: la partecipazione dei partner al finanziamento delle forze armate ucraine e, di conseguenza, l'integrazione dell'esercito ucraino nel sistema di difesa europeo. I costi per garantire la sicurezza delle forze armate ucraine in Europa rappresenteranno una piccola quota del PIL dell'UE", ha affermato. Secondo lui, questi costi possono essere ripartiti tra i paesi pronti a aderire all'iniziativa e inclusi nel calcolo della spesa per la difesa, nel rispetto degli obblighi della Nato. Una favola miliardaria nata nel 2019 in Ucraina che oggi diventa realtà con l’appoggio dell’UE che vuole risolvere il problema solo con un piano di riarmo utile ad una prossima guerra.

mercoledì 21 maggio 2025

World Burger Day, Heinz propone la nuovissima campagna "On the road to taste - It has to be Heinz" con 6 panini in edizione limitata


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HEINZ FIRMA UN MENÙ LIMITED EDITION DI 6 RICETTE IRRESISTIBILI PER CELEBRARE IL "WORLD BURGER DAY"  

Un tour del gusto che riprende i momenti topici della storia Heinz. Sei panini in edizione limitata con 7 salse iconiche, da proporre uno dopo l'altro dal 28 maggio al 30 luglio

Milano, 21 maggio 2025 – In occasione del World Burger Day del 28 maggio Heinz propone la nuovissima campagna "On the road to taste - It has to be Heinz" che permetterà ai ristoranti di ricevere un menù speciale composto da 6 panini in edizione limitata creati dalla Business Development Chef Heinz, Chiara Guenzi. Un vero e proprio menù da proporre dal 28 maggio al 30 luglio, con 6 panini che riprendono fatti iconici di Heinz. Ognuno di essi è un assaggio della storia Heinz, audace e originale, per un menù limited edition da ricordare. Il brand propone un vero tour del gusto lungo una timeline di presentazione per creare un'esperienza unica per ristoratori e consumatori.

 

I 6 PANINI SIGNATURE:

 

29 maggio – 5 giugno: Smokey 1869.

Nel 1869 nasce Heinz. Da allora oltre 150 anni di gusto e qualità. Protagoniste la salsa Heinz Classic BBQ e la Mayonnaise Professional, più ingredienti must have come carne di manzo, pancetta e scamorza.

 

6 giugno – 16 giugno: Irresistible nuggets.

Ebbene sì, un panino con i nuggets, di pollo o plant based. Sempre più irresistibile con la Heinz Smokey Baconnaise, una salsa cremosa e dal sapore affumicato.

 

17 giugno – 26 giugno: Spicy 57.

Perché 57? È l'unione di 5 e 7, i numeri fortunati di Henry J. Heinz e sua moglie. Il perfetto equilibrio del piccante della Mayo Spicy, la maionese vegana con Sriracha, con la dolcezza delle patate dolci e la croccantezza delle melanzane fritte.

 

27 giugno – 6 luglio: It has to be pickle.

Una nuova faccia dell'iconicità, con Heinz Ketchup Pickle, il ketchup al sapore di cetriolino, ingrediente tipico dell'american burger. L'uovo conferisce un effetto cremoso, per un panino ancora più appetitoso.

 

7 luglio – 17 luglio: Unmistakable crunch.

Così croccante che fa un rumore inconfondibile grazie al pollo fritto e agli anelli di cipolla. E il fritto si sposa alla perfezione con le note piccanti della salsa Heinz Algerienne, a base di maionese aromatizzata alla paprika, cipolle e altre spezie.

 

18 luglio – 30 luglio: Iconic tomato.

Il viaggio del gusto si chiude con una vera icona del brand, Heinz Tomato Ketchup, in questo caso sulle polpette di carne o plant based.

 

Non semplici ricette, ma un percorso di gusto che permette al ristoratore di ingaggiare in un evento unico i suoi clienti fidelizzati e allo stesso tempo conquistare il palato di nuovi audaci gastro esploratori.

 




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Settimana nazionale della Sclerosi Multipla, l’Italia si tinge di rosso



 

Settimana nazionale della Sclerosi Multipla, l'Italia si tinge di rosso
Tanti gli eventi in programma tra cultura e scienza: obiettivo sensibilizzare e informare
 


Roma. Era il 2000 quando AISM-Associazione Italiana Sclerosi Multipla accese per la prima volta i riflettori sulla sclerosi multipla con una settimana interamente dedicata all'informazione su una malattia ancora sconosciuta ai più, alla ricerca necessaria per sconfiggerla, ai diritti delle persone. Venticinque anni dopo, la Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla, organizzata da AISM insieme alla sua Fondazione (FISM), è diventata un appuntamento profondamente radicato nella coscienza collettiva del Paese, un vero evento di cittadinanza attiva, che si svolge Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza: oggi il 97% delle persone in Italia sa cosa sia la sclerosi multipla (fonte: indagine DOXA 2024), ma non tutti ne conoscono i sintomi invisibili, come la fatica. È proprio a questi aspetti che guarda la campagna nazionale "PortrAIts", che torna a raccontare con emozione e innovazione visiva le sfide quotidiane delle persone con SM.

 

L'APERTURA DELLA SETTIMANA CON IL VALORE DELL'ARTE
Ad aprire simbolicamente la Settimana sarà Siracusa, con un evento di forte impatto culturale e simbolico. Il 24 maggio, al Teatro Greco, poco prima della replica di Edipo a Colono di Sofocle, sarà lanciato il messaggio nazionale di sensibilizzazione. Interverranno il presidente della Fondazione INDA, il sindaco di Siracusa Francesco Italia, e Gianluca Pedicini, presidente della Conferenza delle Persone con SM, per dare voce alle storie, alle urgenze e ai diritti delle persone con sclerosi multipla. Per l'occasione, sarà esposta anche la mostra fotografica PortrAIts, che arriva per la prima volta in Sicilia dopo Roma e Milano. Nove ritratti raccontano con l'aiuto dell'intelligenza artificiale i sintomi invisibili della SM, dando forma visiva alla fatica, al dolore, alla determinazione delle persone protagoniste. I ritratti saranno visibili su tre grandi pannelli LED all'ingresso del teatro.


CULMINE DELLA SETTIMANA NAZIONALE: GIORNATA MONDIALE 30 MAGGIO
Momento centrale sarà la celebrazione della Giornata Mondiale della SM, il 30 maggio, appuntamento collettivo d'azione e speranza che unisce tutto il mondo alla lotta contro la SM, che AISM trascorrerà, nella mattinata presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati. "La Giornata Mondiale è una giornata che unisce, che lancia messaggi di solidarietà per 2,8 milioni di persone che convivono con SM, giovani e donne che ogni 5 minuti, in ogni parte del mondo, ricevono una diagnosi- ricorda Mario Alberto Battaglia, presidente della MSIF, la Federazione Internazionale Sclerosi Multipla- Sono 124 i Paesi che, insieme all'Italia, condividono il valore di questa giornata: un invito rivolto a ciascuno di noi ad agire, a compiere almeno un gesto di ascolto e cambiamento verso la libertà dalla SM, perché ogni azione conta". Per rendere visibile il valore di questo messaggio, la sera del 30 maggio i monumenti di tutta Italia si illumineranno di rosso: un gesto simbolico e potente, che testimonia l'impegno diffuso, la partecipazione dei territori, la vicinanza delle istituzioni. Un segno concreto che attraversa generazioni e geografie, per ricordare che ogni storia e ogni gesto contano. E che nessuno deve essere lasciato indietro.

 


A ROMA, ALL'HOTEL VILLA PAMPHILI, SI PARLA DI RICERCA IL 27, 28 E 29 MAGGIO
In questi 25 anni, grazie al lavoro di AISM e FISM, la ricerca scientifica ha fatto passi avanti fondamentali: le terapie si sono moltiplicate e diversificate, migliorando concretamente la qualità della vita delle persone. Anche la riabilitazione, oggi, è riconosciuta come un alleato strategico con valore neuroplastico, capace di agire sul sistema nervoso per contrastare l'impatto della malattia. Anche la ricerca neurologica dei giovani scienziati sarà protagonista a Roma, con la consegna del Premio Rita Levi Montalcini, che da vent'anni viene assegnato a un ricercatore under 40 impegnato a costruire il futuro della scienza, della speranza, della cura.

 

UNA CHIAMATA ALLA CITTADINANZA ATTIVA
La Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla è oggi il simbolo concreto di come la percezione di una malattia possa cambiare quando è sostenuta da una rete viva e attiva, presente in tutte le regioni, in ogni città e piazza del nostro Paese. Questa venticinquesima edizione è una vera e propria chiamata alla cittadinanza attiva: un invito a costruire ponti, stringere alleanze, partecipare a un cambiamento che riguarda tutti e che deve entrare con forza nell'Agenda del nostro Paese. Perché, dopo 25 anni, possiamo dirlo con convinzione: la sclerosi multipla non ci ferma, ma ci rende cittadini corresponsabili. Il programma completo degli appuntamenti è visibile nello speciale Settimana Nazionale su www.aism.it.

 




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lunedì 19 maggio 2025

Guerra Russia - Ucraina, una pace difficile

Restando nelle proprie posizioni i colloqui di pace ad Istanbul non hanno prodotto nessun risultato in riferimento ad una tregua di guerra tra Russia e Ucraina. Unico risultato utile lo scambio di mille prigionieri da ambedue le fazioni. Una declassificazione diplomatica per la presenza solo di funzionari dei due paesi. Le posizioni si sono mantenute ferme sulla problematica dei territori e sulle posizioni territoriali di conquista alla data del 15 maggio 2025. La negazione diretta tra Putin di un e Zelensky è fallita.

Il Presidente russo Vladimir Putin non intende raggiungere un cessate il fuoco con l’Ucraina, ma la proposta legata all’incontro in Turchia era legata ad una possibile fine del bagno di sangue. L'Ucraina deve acconsentire immediatamente a questo incontro su dettami duraturi. Come minimo, dovrà chiarire se è possibile raggiungere un accordo e in caso contrario, i leader europei e gli Stati Uniti sapranno esattamente in quale posizione si trovano.

Molti i dubbi che l'Ucraina voglia davvero negoziare con Putin, ancora oggi impegnato sulla celebrazione della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale sul nazismo. Un nazismo che proprio in Ucraina ha visto i suoi albori con il nuovo governo che ha glorificato la divisione SS Galizia anche quest’anno a Leopoli. Un imbarazzo che ha visto i cittadini di Leopoli cancellare gli eroi Ucraini ed inneggiare i soldati della Wehrmacht. Contraddizione che confonde la Gloria Ucraina e la collaborazione con Hitler che nel 1941 fotografava l’invasore nazista con una granata.

La storia della quattordicesima divisione delle Waffen-SS ucraine, nota come “Galizien”, è rimasta per decenni poco conosciuta dal grande pubblico occidentale. A lungo confinata nei lavori di specialisti e studiosi del collaborazionismo nei territori occupati dell’URSS, questa vicenda oggi torna d’attualità, non solo per il suo valore storico, ma anche per le sue implicazioni nel presente.

Secondo Putin si è fatto tutto quello che si poteva fare “noi abbiamo l’obbligo di non chiudere gli occhi di fronte al fatto che i nazisti girano per l’ucraina con le torce accese”. Abbiamo bisogno di una vera denazificazione, il nazismo deve essere sradicato in tutta Europa non solo in Ucraina. Condizioni che ideologicamente contrastano in un odio profondo con le nuove ideologie che stanno dilagando in Europa. Ma la vera contraddizione consiste nell’aiuto attraverso la Renaissance Foundation di Soros ad un’attivista di spicco Olena Semenyaka di Azov.

La manifestazione di Mosca è stata certamente un esempio di vittoria sull’occidente e sull’ideologia Nazista, ma ha anche fatto trasparire cosa sarebbe successo in condizioni di piena irresponsabilità Ucraina e degli alleati che hanno preso di mira il viaggio del Presidente della Repubblica Popolare Cinese che è stato molto più travagliato di quello del Presidente Serbo e Slovacco.

La delegazione cinese guidata dal Presidente XI appena entrata nello spazio aereo russo si è trovata sulla traiettoria di due droni in fase di attacco che sono stati abbattuti dalla difesa aerea Russa che era di scorta. Successivamente la stessa delegazione in volo verso la capitale sulla rotta di Mosca è stata nuovamente puntata da uno sciame di sette droni in fase di attacco in questo frangente la Russia è intervenuta con gli elicotteri Ka 52 abbattendo I 7 droni nemici.

I droni abbattuti che hanno puntato la rotta del volo di XI risultano essere di fabbricazione tedesca con alcune componentistiche Britanniche e Italiane. I droni in questione sono apparecchi di attacco a lungo raggio e secondo alcuni esperti il pilotaggio si avvale di radar e sistemi satellitari che ovviamente non sono in possesso degli Ucraini né possono aver avuto la capacità di pilotare tali velivoli.

Fatti gravi che non giustificano una condizione di ricerca di Pace, violata sistematicamente per ben 300 volte durante le varie tregue annunciate. L’idea comune che questa guerra vuole definirsi sul campo e non in maniera diplomatica. La Russia insiste sul cambio del governo ucraino, sul rifiuto di aderire alla NATO e sulla concessione di territori, tra cui la Crimea, Kherson, Zaporozhye e altre due regioni dell'est. Putin nel suo discorso ha effettivamente chiesto la capitolazione dell'Ucraina (The Times). Il presidente russo ha escluso un cessate il fuoco immediato e ha ribadito la richiesta di eliminare le cause profonde della guerra.

In tal senso ogni base di fiducia da parte della Russia parte da un tradimento sugli accordi di Minsk. Come rivelato da Wiki Leaks già Bush Junior diede all’Ucraina la possibilità di entrare nella Nato. Condizione che provocò l’aggressione Russa in Ucraina dove era presente una vera guerra civile fomentata dall’America. Trump ora chiede la pace ma non considera quello che hanno fatto i suoi predecessori che volevano l’Ucraina nella Nato ed il mancato rispetto sull’autonomia ed il cessate il fuoco nel Donbass. condizione che avrebbe evitato l’invasione Russa del 2022. In pratica l’Ucraina subisce la decimazione e la distruzione di una popolazione per volontà di altri che l’anno portata alla perdita della guerra.

Infine, la telefonata di Trump del 19 maggio 2025 a Putin per cercare di superare il binario morto a cui oggi si è arrivati. La telefonata secondo le dichiarazioni di Putin: “Vorrei sottolineare che è stata molto informativa e piuttosto schietta. E in generale, secondo me, è stata molto utile”. “Innanzitutto, ho ringraziato il Presidente degli Stati Uniti per il sostegno fornito dagli Stati Uniti nella ripresa dei negoziati diretti tra Russia e Ucraina in merito alla possibile conclusione di un accordo di pace, in merito alla ripresa dei negoziati interrotti dalla parte ucraina, come è noto, nel 2022.

“Il Presidente degli Stati Uniti ha espresso la sua posizione in merito alla cessazione delle ostilità, al cessate il fuoco e da parte mia ho anche osservato che la Russia sostiene anche una risoluzione pacifica della crisi ucraina. Dobbiamo semplicemente individuare i percorsi più efficaci per raggiungere la pace”.

Abbiamo concordato - continua Putin - con il Presidente degli Stati Uniti che la Russia proporrà ed è pronta a collaborare con la parte ucraina su un memorandum riguardante un possibile futuro trattato di pace che definisca una serie di posizioni, come i principi di risoluzione, i tempi di un possibile accordo di pace e così via, compreso un possibile cessate il fuoco per un certo periodo, se si raggiungeranno accordi appropriati.

“I contatti tra i partecipanti all'incontro e le trattative di Istanbul sono ripresi, e questo ci dà motivo di credere che nel complesso siamo sulla strada giusta. La questione, ovviamente, è che le parti russa e ucraina dimostrino il massimo desiderio di pace e trovino compromessi che vadano bene a tutte le parti. Allo stesso tempo, vorrei sottolineare che, in generale, la posizione della Russia è chiara. Per noi la cosa più importante è eliminare le cause profonde di questa crisi”.

Dal lato opposto delle telefonate di Trump, Zelensky ha respinto le condizioni chiave della Russia che vedono il non ritiro dalla 4 regioni russe, il rifiuto di aderire alla Nato e alla neutralità. Sempre il presidente ucraino ha anche affermato che sta valutando la possibilità di tenere un incontro tra delegazioni di Ucraina, Stati Uniti, Europa e Russia, nonostante Trump, dopo i colloqui con Putin, abbia chiarito che i colloqui dovrebbero essere diretti, tra Russia e Ucraina. Infine, ha osservato che l'Ucraina potrebbe firmare un memorandum con la Russia che porterebbe a un accordo per porre fine alla guerra.

Fibra e wireless: la combinazione vincente per la connettività broadband nelle aree rurali.

Fibra e wireless: la combinazione vincente per la connettività broadband nelle aree rurali.


MyJEC Broadband assicura connettività nel Texas rurale con le soluzioni fixed wireless Cambium integrate con ONE Network

Milano, 14 Maggio 2025 - MyJEC Broadband, la divisione comunicazioni della Jackson Electric Cooperative (JEC), serve le comunità rurali della Contea di Matagorda e delle aree circostanti in Texas. Come cooperativa di proprietà dei soci, JEC ha la missione di fornire servizi elettrici e di connettività a banda larga affidabili per la comunità. Con oltre 2.400 clienti broadband e piani di espansione per far crescere la rete fino a 10.000 case e aziende, MyJEC sta trasformando la connettività nelle aree poco servite.
Nelle zone rurali del Texas, le opzioni tradizionali per la connettività a banda larga sono spesso inaffidabili o non disponibili. I provider concorrenti non erano riusciti a soddisfare le aspettative dei clienti, spingendo i residenti a rivolgersi a MyJEC per ottenere un servizio più affidabile. Inizialmente MyJEC ha implementato il wireless broadband utilizzando le radio di Cambium Networks, ma nel tempo ha sentito la necessità di acquisire una maggiore capacità e scalabilità a lungo termine.
L'abbandono del fornitore GPON (Gigabit passive optical network) esistente ha creato un problema strategico, dato che MyJEC aveva bisogno di una soluzione in fibra ottica in grado di interoperare senza problemi con l'infrastruttura esistente, di fornire prestazioni superiori e di integrarsi con gli strumenti di gestione della rete esistenti, il tutto senza interrompere il servizio o richiedere un'intensa attività di sostituzione delle apparecchiature.

MyJEC ha quindi scelto Cambium Networks per fornire una soluzione in fibra e Wi-Fi completamente integrata, supportata da una gestione centralizzata tramite cnMaestro. La piattaforma end-to-end di Cambium ha permesso a MyJEC di scalare con sicurezza la propria rete in fibra con un'infrastruttura affidabile e gestibile.

Prodotti Cambium utilizzati:
- Soluzioni in fibra GPON - per la banda larga in fibra ad alta velocità e scalabilità
- cnMaestro™ Network Management - che offre visibilità e controllo unificati della fibra, del wireless e delle apparecchiature dei clienti
- RV22 Wi-Fi 6 Home Mesh Router - per un Wi-Fi domestico ad alte prestazioni con facile provisioning e gestione.

Con la scelta di Cambium, MyJEC ha evitato di dover sostituire gli ONT (Optical Network Terminal) grazie all'interoperabilità con l'hardware precedente. Attualmente, ci sono circa 1.500 ONT distribuiti sul campo. L'apparecchiatura poteva essere integrata e gestita tramite cnMaestro, che il team utilizzava già ampiamente per la propria infrastruttura wireless.

L'implementazione della fibra Cambium e dei router Home Mesh RV22 Wi-Fi 6 ha portato a benefici immediati: innanzi tutto la riduzione delle uscite dei tecnici grazie al provisioning e alla gestione da remoto; poi il netto miglioramento dell'esperienza del cliente grazie alla connettività ad alta velocità e a bassa latenza e alla forte copertura Wi-Fi. Infine le operazioni risultano semplificate grazie all'utilizzo di un unico pannello di controllo per la gestione della fibra e del wireless attraverso cnMaestro

I clienti che in precedenza avevano provato servizi concorrenti sono tornati a MyJEC per la migliore larghezza di banda e affidabilità.
"Il fatto che Cambium abbia lavorato con noi sull'interoperabilità è stato un grande vantaggio. Non abbiamo dovuto affrontare lunghe trasferte per tecnici e materiali, né disinstallare e sostituire apparati: abbiamo semplicemente inserito i terminali Cambium nella rete e abbiamo continuato a operare". ha dichiarato Timothy Henderson, MyJEC Broadband

Cambium Networks
Cambium Networks consente ai service provider, alle imprese, alle organizzazioni industriali e alle amministrazioni pubbliche di offrire esperienze digitali eccezionali e connettività ai dispositivi, con la migliore economicità d'uso. La nostra piattaforma ONE Network semplifica la gestione della banda larga cablata e wireless e delle tecnologie edge di rete di Cambium Networks. I nostri clienti possono concentrare le loro risorse sulla gestione del business piuttosto che sulla rete. Offriamo una connettività che, semplicemente, funziona.

 


martedì 13 maggio 2025

Ford Puma Gen-E, l'elettrica che accende le città - campagna ADV

Con la nuova campagna di lancio di Puma Gen-E, Ford celebra l'energia, la multiculturalità e lo spirito cittadino di un'auto destinata a diventare icona anche nella sua versione elettrica

Roma, maggio 2025 – Ford ridefinisce il panorama della mobilità urbana con il lancio di Puma Gen-E, il nuovo crossover compatto 100% elettrico pensato per chi non vuole scendere a compromessi, e lo fa con una campagna che celebra l'energia delle notti cittadine.

Perché Puma Gen-E non è solo un'auto, ma un invito a vivere la città a tutto tondo, a osservarla con occhi nuovi, pronti a sorprendersi davanti alle luci, i colori e i profumi che la attraversano.  Puma Gen-E non si muove nello spazio urbano, ma lo vive, lo reintepreta e lo trasforma.

La campagna gioca tra registri diversi per divertire e intrattenere. Come un felino che si muove nella notte in una metropoli che brilla di luci al neon e riflessi vibranti, Puma Gen-E attraversa la città con agilità e sicurezza, attirando gli sguardi e risvegliando emozioni.

I volti dei passanti si girano catturati da una vettura che sembra fondersi con il ritmo pulsante della città, attraversandolo silenziosamente. A dare ritmo alle immagini, il celebre brano "Everybody Wants to Be a Cat"  del capolavoro Disney "Gli Aristogatti", che aggiunge una nota di ironia, sottolineando lo spirito giocoso e irriverente di Puma Gen-E.

Luca Caracciolo, Direttore Commerciale Vetture di Ford Italia, commenta: "Puma Gen-E rappresenta per noi una grande opportunità. Nella sua versione ibrida abbiamo venduto 150.000 unità dal 2020 a oggi; in questa nuova anima completamente elettrica si posiziona come la compagna perfetta per chi non vuole rinunciare alle prestazioni ma con uno sguardo attento all'efficienza, dove risulta essere ai vertici della categoria".

Con questa campagna, Ford abbandona i codici tradizionali della comunicazione automobilistica per raccontare un'esperienza autentica e coinvolgente. Oltre allo spot televisivo, il lancio è accompagnato da una forte presenza sui social media, grazie a contenuti studiati per dialogare con un pubblico giovane, urbano e contemporaneo.

La campagna di lancio di Puma Gen-E, a cura di Wieden+Kennedy, sarà in onda dall'11 al 25 maggio con una una strategia multicanale su radio, TV e piattaforme digitali, con spot da 30 secondi su TV lineare e connected TV, e iniziative complete di search, social, programmatic e reservation.

Puma Gen-E è disponibile a partire da maggio presso tutti i concessionari Ford autorizzati, con prezzo di listino a partire da 32.950€ e in promozione a 29.250€. Il 24 e 25 maggio, inoltre, sarà possibile provare Puma Gen-E in occasione dell'open weekend a cui aderiscono tutti i Ford Partner.

lunedì 12 maggio 2025

La soluzione finale israeliana: L’occupazione di Gaza

Finalmente si gioca a carte scoperte, il governo di Netanyahu presenta la soluzione finale che consiste nella creazione del ghetto palestinese e lo sgombero totale della popolazione di gaza. Dopo più di un anno dai fatti del 07 ottobre 2023, la distruzione totale di circa l’80 % delle infrastrutture civili di Gaza e la completa decapitazione di molte infrastrutture sanitarie, il governo israeliano sta attuando tutte le procedure utili alla soluzione finale consistente nella completa occupazione di Gaza.

Un genocidio immane sia territoriale che in termini di vite umane che in questi mesi ha raggiunto valori critici, in tal senso sono le autorità locali a dare con un aggiornamento al 3 febbraio 2025 con una lista aggiunta di ben 14.222 palestinesi che non risultano all’appello e che sembra siano intrappolate tra le macerie in aree inaccessibili ai soccorritori. Una sommatoria che porta a 62.700 i morti totali ad oggi a gaza dove solo il 76% delle persone, come da fonti dei centri medici è stato portato in un centro sanitario. In questo processo pseudo oloacustico oltre 2 milioni di persone sono state sfollate con la forza ed alcune più di 25 volte in condizioni terribili e prive di ogni servizio di base. Le persone ferite sono state rilevate a 11.588 palestinesi cifra sempre in continuo aumento.

Il piano di Israele ha trasformato il 70% di Gaza in una zona off-limits. L’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari Umanitari ha notato come i militari hanno creato vaste zone di divieto con ordini di sfollamento forzato. Molte le zone sono vietate tra cui quella della striscia di Gaza meridionale nel governatorato di Rafah e quella del nord con tutta la città di Gaza infine intere aree a est del quartiere di Shujayea e lungo il confine israeliano. Una condizione che ha bloccato in gran parte gli aiuti umanitari dopo il cessate il fuoco.

Il piano presentato dal primo ministro Netanyahu nei giorni scorsi prevede che gli oltre due milioni di abitanti di Gaza "saranno spostati" in una nuova offensiva terrestre che vedrà le truppe israeliane mantenere il territorio conquistato, stabilendo una "presenza sostenuta" a Gaza. Ciò fa seguito all'approvazione unanime da parte del governo di Netanyahu della chiamata di 60.000 riservisti e dell'affidamento all'esercito israeliano del controllo della distribuzione di cibo e altri beni essenziali alla popolazione affamata di Gaza.

Nella realtà come si denota da un reportage da Deir el-Balah nella striscia di Gaza centrale da parte di Al Jazeera i palestinesi considerano l'offensiva terrestre israeliana a Gaza come una rioccupazione di gran parte del suo territorio e una forma di punizione collettiva e un tentativo di cambiare la mappa demografica e geopolitica di Gaza. I palestinesi in tutto questo hanno capito che Israele dà una priorità al controllo territoriale rispetto a qualsiasi soluzione di mediazione politica diffondendo nella popolazione paura e panico riguardo alla possibilità di non poter tornare alle proprie case.

I palestinesi si sono resi conto anche che Israele non vuole solo smantellare le capacità di Hamas ma in primo obbiettivo mandare via i palestinesi dai loro territori soffocando ed affamando i civili residenti. Israele lo farà utilizzando un linguaggio umanitario insieme a tattiche militari, tra cui un'offensiva terrestre estesa e rafforzando la presa sul flusso di aiuti verso Gaza. Le persone non vogliono lasciare Gaza a ogni costo perché rappresenterebbe la perdita finale della propria identità di Palestina.

Un grave allarme non sentito dalla collettività internazionale che tiene le bocche cucite per non fare uno sgarbo a Israele è lanciato dalla Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) che afferma come Gaza sta affrontando un “rischio estremo di carestia” e che nei mercati e nei centri di distribuzione degli aiuti non c’è più cibo. La fame collettiva viene usata come strumento di guerra come ammette B’Tselem (organizzazione umanitaria) che nota come le persone hanno solo fame e molti di loro sono proprio bambini. Le dichiarazioni del ministro del patrimonio Israeliano Amihai Elivahu sono chiare: "Non c'è alcun problema a bombardare le riserve di carburante e cibo di Hamas. I cittadini di Gaza devono morire di fame. Se ci sono cittadini che temono per la propria vita? Lasciateli passare attraverso il programma di immigrazione"

La parte nutrizionale della popolazione sta progredendo verso un rischio estremo di carestia, non si possono, infatti, soddisfare i bisogni minimi quotidiani di milioni di sfollati e le scorte alimentari del PRCS destinate agli sfollati sono ora "completamente esaurite", con "quantità limitate di legumi" "distribuite alle mense comunitarie per soddisfare alcuni dei bisogni primari degli sfollati". Da quando Israele ha rotto il cessate il fuoco con Hamas, durato quasi due mesi, il suo esercito ha ucciso almeno 2.459 palestinesi a Gaza, portando il numero totale di morti confermati nella Striscia assediata a 62.700.

Un concetto quello di affamare per vincere una guerra perpetrato da Israele che secondo l'Humanitarian Country Team, un forum che comprende le agenzie delle Nazioni Unite, diventa pericoloso e "contravverrebbe i principi umanitari fondamentali e sembrerebbe concepito per rafforzare il controllo sui beni di prima necessità come tattica di pressione, come parte di una strategia militare". L’immagine di una donna che tiene in mano un copricapo mentre osserva il danneggiamento il 3 maggio 2025 da parte degli israeliani della nave umanitaria Freedom Flotillla Coalition pongono seri dubbi sulle responsabilità d’Israele nella crisi umanitaria.

Ma il piano di conquista territoriale israeliano è già iniziato e L'esercito israeliano ha pianificato di intensificare l'occupazione terrestre di Gaza già da domenica, ritirando la Brigata Paracadutisti dalle sue incursioni in Siria e ridistribuendola a Gaza. I paracadutisti sono operativi sulle alture del Golan occupate e all'interno della Siria dalla caduta del presidente Bashar al-Assad, avvenuta a dicembre. Israele ha ritirato la Brigata Nahal dalla Cisgiordania occupata, anch'essa sotto attacco da mesi, nel suo tentativo autoproclamato di "conquistare" Gaza. Per far fronte al crescente malcontento tra i soldati, domenica il governo israeliano ha approvato un "piano di benefici completi" per i riservisti del valore di circa 3 miliardi di shekel (838 milioni di dollari), che dovrebbe includere una serie di benefici economici e sociali.

Nell’ambito di un processo già pianificato da Israele si inserisce anche il viaggio del presidente Trump che inizierà martedì 13 maggio un tour in Medio Oriente. La leva è stata aperta da Hamas che ha rilasciato il prigioniero israeliano-americano Edan Alexander, aprendo la strada al ritorno dei colloqui per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra. Washington sta cercando, infatti, di gestire da un lato i prigionieri in possesso di Hamas e dall’altro Israele che non vuole porre fine alla guerra. Due concetti di mediazione altamente inconciliabili. Il viaggio di Trump è solo di carattere commerciale con i Partner degli Emirati Uniti, Arabia saudita e Qatar.

Il problema reale non è che a Trump importi dei bambini e adulti palestinesi che continuano a essere massacrati e lasciati morire di fame, mentre Israele si prende tutto il tempo necessario per "finire il lavoro". Piuttosto si denota come il genocidio in corso stia solo ostacolando la sua visione della " Riviera del Medio Oriente " che presumibilmente sorgerà dalle rovine di Gaza, la cui creazione è stata già delineata come da dichiarazioni dello stesso presidente: "Gli Stati Uniti prenderanno il controllo della Striscia di Gaza, e anche noi la useremo. La possederemo con la collaborazione degli altri paesi arabi amici ".

Infine, completiamo il quadro delle competenze e delle responsabilità che Israele si è posto illuminando anche la corte internazionale di giustizia che ha aperto ha aperto delle udienze per valutare la responsabilità di Israele nella crisi umanitaria che ha travolto Gaza durante la guerra contro Hamas. Le udienze, iniziate lunedì all'Aia e che si protrarranno per tutta la settimana, fanno seguito a una richiesta avanzata lo scorso anno dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che chiedeva alla corte di valutare la responsabilità di Israele nel garantire la fornitura di beni essenziali a Gaza.

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